Capita, molto spesso, che appartenenti ad altri sindacati si rivolgono a Noi dei COBAS per essere tutelati o per evidenziare una problematica particolare. Ho molte volte cercato di dare una spiegazione a questo fenomeno.Come possono alcuni lavoratori, appartenenti a sindacati molto più rappresentativi e più "influenti" del nostro, rivolgersi a Noi anzicchè evidenziare il problema ai loro rappresentanti?Probabilmente perché questo lavoro, della tutela dei singoli e della denuncia di fatti particolari, non appartiene alla logica comune di alcune sigle sindacali. Le cosidette organizzazioni sindacali rappresentative sono impegnate in attività più "nobili", come le diatribe contruattali a livello nazionale, i compromessi con i datori di lavoro, le scalate al potere politico, sindacale e gestionale. Ecco che, portare alla luce i disagi percepiti da talune categoria di soggetti o di singoli, entrare veramente in contrasto con i datori di lavoro, diventa una condotta poco strategica e redditizia. Proprio in questo punto si verifica una scollatura tra base lavorativa e classe sindacale. Purtroppo, gli attuali sindacalisti sono impegnati a discutere e lottare per fatti troppo distanti dalle realtà lavorative locali.Ho potuto notare, in questi ultimi tempi, sia in ambito politico, sindacale e ancor di più lavorativo, come si sia radicata e consolidata la logica dell'appartenenza. Vi sono delle lobby di potere che partono dal Politico, passano dal Dirigente (nominato dal politico) e arrivano sino al posizionamento (opera del Dirigente), negli uffici cardini, di elementi di fiducia. Tanti tasselli, ognuno con compiti diversi, ma convergenti verso lo stesso obbiettivo: l’assoggettamento delle masse e conseguentemente il loro controllo. Esso avviene con due diverse modalità: La prima facendo proselitismo, con l’assicurazione di privilegi in ambito lavorativo o ancora meglio con possibilità di guadagni economici “extra”. La seconda con l’inasprimento delle condizioni lavorative per coloro che non si allineano alla linea comune. Di conseguenza alcuni lavoratori e purtroppo si tratta di una grande maggioranza, sono soggetti ad una sorte di condizionamento psicologico che impedisce questi di palesare i propri disagi. Il denunciare o richiedere anche le più elementari forme di diritto, ecco che diventa un ostacolo insormontabile per chi non possiede una struttura nervosa tale da reggere la fuoriuscita dalla "famiglia". In questo attuale modello organizzativo si sono creati I NUOVI SCHIAVI. Politici, Dirigenti, Funzionari, Sindacalisti, lavoratori che gestiscono e lavoratori che vengono gestiti non sono più padroni della propria libertà, viene impedito loro il lusso di una propria identità. Addirittura la semplice appartenenza ad un sindacato o ad una forza politica avversa risulta essere motivo di diversificazione di trattamento. E' constatabile che le valutazioni di parecchi dipendenti vengano addirittura influenzate negativamente solo per la loro appartenenza al sindacato COBAS. Permettetemi di dire che chi adotta questo sistema ha raggiunto una tale bassezza d’animo da doversi vergognare profondamente. Oggi si parla di libertà di stampa di parola e di pensiero, ma queste sono solo belle frasi, viviamo all'interno di un regime che gestisce le informazioni, censura le nostre parole e influenza i nostri pensieri, ma tutto ciò è avvolto da uno strato superficiale di apparente democrazia. Ci fanno credere di essere liberi, invece ci controllano e ci manipolano.
Le denunce, le difese dei singoli colleghi rappresentano un lavoro sporco e fastidioso per alcuni sindacati. Noi dei COBAS ne abbiamo fatto la nostra forza e sta alla base della nostra filosofia, perché siamo convinti che il vero sindacato, al momento attuale, momento in cui i veri valori e le iniziali ideologie sono andate perse, è quello che risolve i problemi spiccioli e porta beneficio immediato al lavoratore senza perdere di vista i grandi temi. Dei lavoratori che si rivolgono a Noi non resta traccia se non la classica stretta di mano e la raccomandazione di non divulgarne l'identità per i motivi di cui sopra. Oggi aderire al progetto COBAS è un atto di coraggio è un affermare la propria diversità dal conformismo ideologico. Inutile diventa la continua ricerca di una univocità d'intenti e di una compattezza fra tutte le sigle sindacali presenti sul panorama aziendale, perché utopistica e nemica delle strategie personalistiche. Ecco che i programmi e le strategie COBAS hanno una propria fisionomia scevra da condizionamenti di sorta se non quelli dettati dagli stessi lavoratori. Noi non abbiamo stretto patti o alleanze con nessuno, NOI SIAMO UOMINI LIBERI.
Siamo profondamente convinti che il sitema, l'ambiente e le condizioni di lavoro possono essere cambiate e che l'onestà ideologca, l'etica, la morale, il coraggio e la libertà di gridare il proprio disappunto non hanno prezzo.
FORZA, IN FONDO CI VUOLE SOLO IL CORAGGIO DI USCIRE DAL GUSCIO ED UNA VOLTA USCITI CI SI RENDERA' SUBITO CONTO CHE NON SIAMO POCHI.
CiccioSpena
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento